Carlo Oberti

perlArte


Bruno Gentili

Galleria Gusto Arte Vino, 25 Settembre-7 novembre 2010

Mauro Pecchenino

"Cosa Bolle In Pentola - Flipmagazine (www.flipmagazine.eu)"

Maria Guerriero

"Memoria 55 Bianco" L'arte di Carlo Oberti è un fluido creativo ...

Mostra Istinto e Ragione

“Mostra Istinto e Ragione”

Felice Bonalumi (Avvenire)

Avvenire del 11/09/2008

L'eco di Bergamo

“Istinto e Ragione - Eco di Bergamo del 5 Settembre 2008”

Carlo Peccherino

Da www.comunicazionepervoi.com

Galleria GAV

“luci dal buio” Opere scultoree che, apparentemente, ricordano l’Arte Povera italiana degli anni ‘60 o il riutilizzo di oggetti tipico della corrente dadaista. Ma CO non utilizza necessariamente materiali poveri, né il suo intento è provocatorio o dissacrante. Gli oggetti sono trovati nei mercati d’antiquariato o cercati appositamente; essi vengono collocati su supporti lignei in modo attento ed accurato, mai casualmente, ogni elemento viene valutato plasticamente ed esteticamente per dar vita ad opere non solo gradevoli ma altamente concettuali ed espressive. L’oggetto utilizzato da Carlo perde, così, la tipica connotazione dell’uso quotidiano e si riveste di nuovi significati a seconda della percezione, della sensibilità, del vissuto dell’artista e dello spettatore. L’oggetto-Cosa si innalza ad oggetto-Arte fino a divenire oggetto-Idea, Riflessione, Ricordo, o semplice Divertimento. Maria Guerriero – 2007

Marco Lorandi

Del gioco, della libertà, della meditazione e della semplice grazia” Nel caso di Oberti non esiste alcun intervento satirico e nemmeno provocatorio, ma lo spunto di cui si diceva sopra, riguarda piuttosto quello di risignificare gli oggetti del quotidiano (biglie, birilli, bocce, chiodi, cartoline, borselli consunti, ritrovati in vecchi cassetti dimenticati, antichi orologi squassati, forme per scarpe, piccoli piatti ad uso di portacenere, etc.) da inserire in un contesto costruttivo di opera a tutti gli effetti, in cui gli oggetti sono ripresi in quanto cose in se stesse. Queste vengono collocate come nature morte su fondali di quadrati, rettangoli o incavi lignei, laccati di nero o marrone in cui mostrare una connotazione diversa della loro funzione utilitaria di utensili, di attrezzi e strumenti di uso domestico. Tali oggetti e, banalmente, le cose, hanno, invece, in sé un fattore trascendente non meno della nostra vita; la loro realtà si presta ad un’indagine infinita, poiché l’oggetto, la cosa, insomma, in quanto tale, attiene al momento della riscoperta dell’oggetto stesso mediante la sensazione e la percezione dell’artista. L’esperienza della corporeità dell’oggetto è in relazione all’esistere umano, di un’esistenza manifesta, poiché il mondo e le cose esistono in quanto percepite da noi stessi, l’io e gli altri nel nostro breve passaggio temporale… Testo di Marco Lorandi - tratto dal catalogo Edizioni Ikonos - Marzo 2006

Maria Guerriero

"Oberti lavora generosamente e per se stesso. Lo fa per cercare la ragione della propria esistenza, per comprendere le alternanze dei suoi sentimenti, per dare un senso alla sua vita interiore. Il suo contatto col mondo sono gli oggetti che raccoglie, i resti che protegge dall’indifferenza del Tempo…” Maria Guerriero – 2005

Barbara Mazzoleni

“Gli oggetti ritrovati… che compaiono nelle opere recenti di Oberti evocano il bagaglio di voci, storie, rumori di cui sono stati silenziosi testimoni e si combinano in inedite associazioni, cromatiche e materiali, per dar vita a nuovi racconti, tutti contemporanei." Barbara Mazzoleni - 2004

Barbara Mazzoleni

"Racconti ...materia colorata" Barbara Mazzoleni - 2003

Cinzia Bollino Bossi

“(si appropria del manifesto)… per fagocitarlo in un collage asintattico … le sue opere sono metafora della cacofonia della comunicazione, spinte fino alla perdita di senso.”

Stefania Burnelli

“I collages metropolitani (che Oberti. assembla) sembrano racchiudere il senso del nostro passaggio e dare voce alla precarietà della storia… Oberti porta il suo contributo personale al riscatto dell’uomo post-moderno e dei suoi simboli"

Sandro Sardella

“Oberti crea icone di estrema eleganza. Carta stagnola spiegazzata, usurata,…carte strappate affumicate bruciate,…pezzetti di tela sfrangiata,…il tutto assemblato incollato per una nuova vita.”

Maurizio Telloli

“Piccoli mondi stratificati, fatti di venature e incrostazioni, di ruggine e di legno combusto, in cui passeggiare e magari smarrirsi.”

Lino Lazzari

“Pittura fatta di concetti… anche per quella ricerca stilistica che impreziosisce le opere realizzate con scrupolosa attenzione e geniale creatività.”

Myriam Russo

"L'Arte? ..."